E’ uno degli obiettivi di Luigi Merlo, il dimissionario, forse ancora per poco, presidente del porto di Genova. Ossia il piano regolatore del porto di Genova, che da anni se ne parla

, ma nessuno aveva messo mano fino ad ora all’area che va dal Vte di Voltri (Voltri Terminal Europe, nonostante gli strali polemici degli abitanti di Pra’) allo Yacht Club della Foce). Ma uno dei principali obiettivi del nuovo piano regolatore portuale, che prevede investimenti infrastrutturali per 2 miliardi di euro, è il riavvicinamento dei genovesi al loro porto, far sì che i cittadini possano tornare a vivere almeno una parte degli spazi portuali come successo al Porto Antico dopo l’Expo. Anche perché il porto, oggi, dà da mangiare a molti genovesi e non solo. L’indotto dello shipping all’ombra della Lanterna coinvolge ogni anno almeno 30 mila lavoratori. Di questi ormai solo 1100 svolgono la mansione più antica, quella dei “camalli” della Compagnia Unica del console Benvenuti e del suo vice Ciuffardi, designato da tempo come erede naturale, anche se Palazzo San Giorgio e il Ministero dei Trasporti vorrebbe abbassare il numero dei soci fino a 888. Sarà possibile? Abbiamo dei dubbi.