«Sciopero nazionale di 24 ore venerdì 6 marzo dell’intero settore portuale, 12 ore per i servizi tecnico nautici».
Lo hanno proclamato unitariamente Filt-Cgil, Fit-Cisl
e Uiltrasporti spiegando che «è preoccupante la diatriba di competenze tra Ministero dei trasporti e Ministero dello sviluppo economico» sulla riforma dei porti.
«Il disegno di legge ‘Concorrenzà, redatto dal Mise e pronto per essere presentato nel Consiglio dei Ministri di domani, sconvolge l’attuale sistema regolato presente nei porti con gravi ricadute sociali. Contemporaneamente – spiegano i sindacati – il Mit sta preparando la propria ‘riforma’ della legge 84 del 1994 senza consentire ai sindacati di partecipare in maniera costruttiva e tenendoli all’oscuro circa i contenuti».
Secondo le tre sigle sindacali dei trasporti «il sistema di regole vigente nei porti va mantenuto in quanto garantisce stabilità e qualificazione del lavoro, sicurezza di tutti gli addetti, della navigazione e dell’utenza e l’attuale regolamentazione dei servizi tecnico nautici è garanzia per la sicurezza nei nostri scali. Infine torniamo a sollecitare una soluzione all’erronea applicazione del decreto legge 78 del 2010 ai dipendenti delle autorità portuali, applicazione che, nonostante le recenti modifiche apportate dalla legge di Stabilità, continua a penalizzare i lavoratori».
«Se la proposta di legge – concludono – sarà un regalo alle lobbies e sarà contro il lavoro, si preannuncia una stagione di conflitti in tutti i porti, a partire dallo sciopero del prossimo 6 marzo».