Con la sua proverbiale grinta, il segretario della Fiom Cgil Maurizio Landini, additato da molti come l’alleato nascosto di Renzi per ostacolare la marcia della leader della Cgil Susanna

Camusso (tra i due il rapporto non è mai stato idilliaco), ha infiammato il porto spezzino. Landini, davanti ai cancelli dei cantieri San Marco di Pagliari, ha rincarato la dose: “La possibilità di cambiare i provvedimenti del governo passa dalla nostra mobilitazione, siamo la parte sana e onesta del paese che non abbassa la testa. A Renzi dico di venirci a contare sabato in piazza a Roma, si accorgerà in quanti siamo”.  
Landini ha poi continuato a braccia, davanti a una piccola folla di operai spezzini che lo hanno interrotto 14 volte con altrettanti applausi: “C’è la necessità di costruire un altro modello sociale in Italia ed Europa. Renzi non dice niente sul superamento del pareggio di bilancio, sul cambiare il ruolo della banca europea, sul grande tema di far ripartire investimenti per lo sviluppo. In Italia sono più le tasse che paghiamo che i servizi che riceviamo, paghiamo 100 miliardi di interessi all’anno per il debito pubblico, soldi che vanno a finire alla banca centrale europea e a banche tedesche. Negli Usa hanno allungato il debito, perché non si fa anche in Europa? Perché non si apre una battaglia per impedire il pagamento degli interessi che andrebbero invece usati per gli investimenti?” La ricetta del segretario della Fiom è proprio quella di fare ripartire investimenti pubblici e privati: “Il lavoro si difende e si crea non abolendo l’articolo 18, abbassando le tasse indiscriminatamente alle imprese e tagliando i fondi alle regioni ed enti locali: fare ripartire investimenti pubblici e privati è il tema di fondo per difendere e creare lavoro, e il lavoro non solo deve avere diritti, ma vogliamo poter decidere su come e cosa si produce. Questo Paese potrebbe essere il polo logistico del mediterraneo, ma non c’è un piano di trasporti, di mobilità sostenibile.”