Un accordo di quelli destinati a durare a lungo e in grado di portare effetti immediati. Il tutto grazie al varo, avvenuto questa mattina nel porto spezzino, del sommergibile

“Venuti”. I due colossi hanno sottoscritto qualcosa più di un semplice patto, per lo sviluppo di nuovi navi militari. La collaborazione si svilupperà, infatti, sfruttando le sinergie tecniche e commerciali fra l’unità di business navi militari di Fincantieri e le aziende del gruppo Finmeccanica che hanno competenze nei sistemi di combattimento, nell’elettronica e nei sistemi di arma navali e subacquei. “Le risorse sono quelle che sono – ha ammesso Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri – ed è un dovere spenderle bene ed aumentare non soltanto la sicurezza ma anche il Pil. Dobbiamo fare cose vendibili fuori dall’Italia. Alla conferenza stampa post-cerimonia, hanno partecipato anche il ministro della difesa Roberta Pinotti, l’ad di Finmeccanica Mauro Moretti e l’ad della Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini. “L’accordo odierno – ha proseguito Bono – rappresenta un esempio concreto per realizzare quel ‘sistema paese’ a lungo auspicato”. 
L’altra mano dell’accordo è quella di Moretti, ad di Finmeccanica, che auspica un andamento a braccetto nel mondo: “Finmeccanica mette a disposizione competenze, prodotti e tecnologie nei sistemi d’arma, di sorveglianza e di combattimento, con l’obiettivo di definire un’offerta integrata e competitiva”. Interrogato in merito alla notizia della sentenza del processo nei confronti di Orsi e Spagnoli, ex vertici di Augusta Westland, Moretti la considera positiva, specialmente per il sistema Italia: “Si toglie una cappa che tanto ci ha fatto patire”.