Lavorare di più…al posto della solita arma dell’incrocio delle braccia. Originale idea da parte dei sindacati del più importante teatro ligure, il Carlo Felice di piazza De Ferrari
dove i lavoratori hanno deciso di protestare anche usando la sottile arma dell’ironia anzichè drammatizzare. I lavoratori, compatti, invece di saltare la prima stagionale, hanno proclamato lo stato di agitazione, ieri, assieme alle quattro sigle sindacali, così come è accaduto simultaneamente in tutte le altre fondazioni lirico sinfoniche italiane.
Le quattro sigle sindacali vogliono andare a vedere i conti della fondazione e, scrivono nel comunicato diffuso congiuntamente: “Il gravissimo stato debitorio delle Fondazioni lirico sinfoniche italiane non possano trovare risanamento attraverso il licenziamento delle figure artistiche che garantiscono eccellenza e qualità produttiva” e puntano i cannoni contro il licenziamento di massa di orchestra e coro dell’Opera di Roma, “ma si debba intervenire per dare discontinuità dalle passate gestioni poco trasparenti che inducono a ipotizzare che ci sia stato un governo del sistema debitorio attraverso operazioni di credito bancario probabilmente rasente gli anatocismi, in alcuni casi al limite della vera e propria usura”.