Come sono cambiati i tempi da quel 30 giugno 1960, quando i camalli, tutti rigorosamente in maglietta corta bianca, a strisce blu orizzontali, che poi divenne il loro simbolo
nelle lotte, fecero quello che vollero in città, mettendo a ferro e fuoco Genova, squartando il viso di una decina di poliziotti, ingaggiando furibondi corpo a corpo con l’esercito, sceso in piazza per evitare una strage. I camalli avevano occupato il centro per la presenza del congresso del Msi, ma di quei tempi ormai nessuno ricorda più nelle banchine.
Solo alla Culmv, i famosi camalli, appunto, resiste una netta componente legata alla Cgil o addirittura a Lotta Comunista. Da quando lo storico e pure mitico Console della Compagnia Unica, Paride Batini, ci ha lasciato, la situazione è cambiata, poichè la politica entra meno nelle banchine. Certo, tra i camalli, sono tutti o quasi orientati a sinistra, ma dalle altri parti si respira tutta un’altra musica. Tra i Rimorchiatori, per esempio, è la Cisl ad avere un ruolo fondamentale, una cosa impensabile fino agli anni Novanta, e anche la Uil è forte. La Cgil detiene la leadership solo sulla banchina di Multedo e un po’ a Voltri, a Ponte Parodi, da via Gramsci, la musica è un’altra. Cambiano i tempi e anche il porto genovese si adegua.