Rotte che affascinano, che fanno gole, che stuzzicano il presidente dell’Authority spezzina Lorenzo Forcieri, desideroso di mettere un altro bastone tra le ruote ai rivali

di Genova, Carrara e Livorno. In questi giorni si ragiona, dalle parti del Golfo dei Poeti, sui traghetti dalla Spezia verso Sardegna, Corsica ed Arcipelago toscano. Un business che andrebbe da una parte a colmare un vuoto, quello del trasporto marittimo non croceristico, lasciato vent’anni fa quando le compagnie che si servivano del porto spezzino per raggiungere Corsica e Sardegna, decisero di abdicare altrove per scali più organizzati e dotati di maggior spazio. E così la Spezia potrebbe andare a far nuova concorrenza non solo a Livorno, che già deve dividere oneri ed onori con Piombino, ma anche a Genova dove ad oggi operano diverse compagnie: dalla Tunisia CTN alla Marocco Comanav, da Grandi Navi Veloci a Grimaldi Lines, da Moby Lines a Tirrenia. Per fare due conti indicativi lo scalo di Vado Ligure, che gestisce il traffico traghetti del porto di Savona, cuba ogni anno circa 300mila passeggeri che si imbarcano sulla Corsica Ferriers per raggiungere Bastia, Calvi, Isola Rossa e sulla Saremar per Porto Torres, in Sardegna. 
Sulla fattibilità di un ritorno dei traghetti per le perle del Mediterraneo, c’è da fare un ragionamento complessivo. Il problema non è legato agli spazi sul mare ma, semmai, a ciò che di libero c’è a terra, oggi praticamente nullo. Il rischio è quello di un flash-back di venticinque anni, con code chilometriche di auto in Viale Italia, turisti esausti ad attendere di entrare nella nave. Insomma, è ancora tutto da venire.