E’ Luigi Merlo il personaggio del momento a Genova, su questo non ci sono dubbi. Prima decide di rompere il cordone ombelicale con Assoporti (è il primo porto italiano che compie
questa clamorosa mossa, destinata ad essere seguita da almeno altri due scali nostrani), poi lancia una offensiva verso le aree della Fiera Internazionale di Genova alla Foce.
Con una mossa da scacchista, Merlo vuole prendere gli spazi che la Fiera non utilizzerà più per farne un nuovo polo della nautica e riaprirli alla città con un collegamento con il Porto Antico. La mossa che potrebbe superare lo stallo perdurante da mesi sul destino di quelle aree è, in sintesi, questa: potrebbe essere l’Autorità Portuale genovese, con sede a Palazzo San Giorgio, a prendere in carico da Fiera il padiglione C e il Palasport, tirando fuori i 18 milioni che servono a salvare il bilancio dell’ente fieristico e togliendo le castagne dal fuoco (ma anche buona parte delle competenze e del potere di veto) dal Comune. Perché il piano di Tursi era quello di incamerare quelle aree tramite un mutuo, facendole comprare da Spim, la società immobiliare del Comune. Bisogna sempre sottolineare che il bilancio della Fiera è disastroso da anni: da qui il rialzo del prezzo agli stand del Nautico che avevano generato una aspra polemica.