Una notizia attesa da tanto tempo, troppi anni. Dopo otto anni, gli agenti di commercio hanno il loro nuovo contratto nazionale di lavoro. È stato infatti firmato il 30 luglio

dalle parti sociali (Fiarc, Fnaarc, Usarci, Filcams-Cgil, UilTucs, Fisascat-Cisl e Ugl Terziario) e le mandanti industriali l’Accordo economico collettivo (Aec) che la categoria aspettava dal 2006, ovvero dalla scadenza del precedente.«Si tratta di un risultato importante – commenta Domenica Cominci, presidente nazionale di Fiarc Confesercenti – in un momento economico particolare e di crisi, ma anche significativo, sia per i miglioramenti ottenuti, sia perché siamo riusciti a vincere le rigidità della controparte industriale che, nella prima fase della trattativa, aveva presentato proposte peggiorative rispetto al testo in vigore fino a ieri».
Fra le novità principali, la riduzione al 15% (rispetto al 20% previsto dal vecchio Aec) del limite oltre il quale le aziende non possono diminuire le provvigioni (oltre che la zona, la clientela e i prodotti: in sostanza, i parametri che determinano il valore economico di un contratto di agenzia) senza il consenso dell’agente. «Fino al 15% rimane purtroppo la possibilità di una modifica unilaterale del contratto, di per sé assurda sul piano dei principi, – commenta Giuseppe Scaletta, presidente diFiarc Genova – che abbiamo chiesto in tutti i modi di abolire, il compromesso raggiunto limita almeno questa possibilità». 

Grazie al nuovo Aec, gli agenti si vedono confermata anche l’indennità di clientela, in pratica il loro Tfr, che Confindustria intendeva abolire totalmente; inoltre l’indennità meritocratica, cioè la parte di Tfr riconosciuta nel caso in cui l’agente abbia incrementato il fatturato aziendale, risulta finalmente significativa, mentre finora era una somma praticamente simbolica: in gran parte dei casi, poche decine o centinaia di euro.