Non c’è proprio pace per la riforma delle 24 Autorità Portuali presenti sull’intero territorio nazionale. Da quando era salito in carica il Governo di larghe intese presieduto
da Enrico Letta, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, poi confermato dal neo Premier Matteo Renzi, aveva imbastito una bozza assai interessante ed approvata quasi all’unanimità dalle Authority (si erano schierate in suo favore 19 su 24, maggioranza bulgara, solo Genova era contraria in Liguria, mentre Spezia era favorevole e Savona tentennava).
Ora arriva il bello. Secondo fonti vicine al ministero dei Trasporti, nel Decreto Legge Sblocca Italia sarebbero introdotte alcune anticipazioni della riforma portuale, tra cui il dimezzamento delle Autorità Portuali. Ecco quali potrebbero essere le quindici nuove realtà, che seguiranno anche la logistica.
Il Governo Renzi è pronto a entrare a gamba tesa sulla riforma dei porti italiani, di cui si discute ormai da molti anni con risultati finora scarsi. Non si tratterà, però, della bozza di riforma da mesi impantanata in Parlamento (quella che ha come primo firmatario il senatore Marco Filippi del PD e che piaceva ad Assoporti di Pasqualino Monti) ma una funzione tra quella elaborata da Debora Serracchiani (sempre del PD) e quella pensata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi.
Secondo le notizie riportate da alcune agenzie di stampa gli accorpamenti saranno i seguenti: Genova-Savona, La Spezia-Marina di Carrara, Livorno-Piombino, Napoli-Salerno, Gioia Tauro, Cagliari-Olbia-Porto Torres, Palermo-Trapani, Augusta-Catania-Messina, Taranto, Bari-Brindisi, Ancona, Ravenna, Trieste-Monfalcone e Venezia-Chioggia, Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta.
I futuri distretti logistici portuali che emergeranno dal decreto Sblocca Italia potranno, a loro volta, essere oggetto di future fusioni e/o aggregazioni dettate da ragioni di convenienza e opportunità.