Chiamatela pure la rivoluzione leggera, o morbida. Equitalia, il “feroce” mostro che fa da cassa allo stato italiano e colpisce severamente gli inadempienti al regime fiscale o i classici
furbetti, come promesso da mesi, si potrebbe mutare in un orso un po’ meno bramoso di soldi. Il tutto per evitare suicidi, omicidi o pignoramenti di prime case che mettono in rovina tanti italiani. E così, dalle parti di piazza Carignano, la sede genovese di Equitalia, tra i tanti cittadini in coda dentro e fuori dal palazzone che sovrasta la Regione Liguria, si tirano parecchi sospiri di sollievo. Alcuni parlano di classico “tappullo all’italiana”, altri di giustizia sociale.
RIFORMA. Ma in cosa consiste la riforma? Nascerà un «mini-ruolo» destinato alle piccole somme, fino a 1000 – 2000 euro, sul quale l’approccio del nuovo esattore nazionale sarà soft e la temuta cartella non arriverà come è avvenuto fino ad oggi. Invece di passare subito alle maniere forti, lo Stato opererà un po’ come fanno i gestori dei telefonini e di altri servizi con i clienti morosi: un call center solleciterà il pagamento verbalmente, poi si passerà ad inviti bonari e solo in caso di necessità partirà la cartella e scatteranno le procedure esecutive della riscossione. Più tempo, meno ansia e forse migliori rapporti tra contribuenti e fisco.
Del resto durante il 2013 alcune delle armi più affilate di Equitalia sono state già spuntate, tant’è che la stessa Corte di Conti ha segnalato come conseguenza una riduzione delle somme riscosse negli ultimi due anni. Tuttavia le misure di ammorbidimento sono state ritenute necessarie anche per il disagio che si è manifestato durante il periodo più violento della crisi: l’ampliamento dei tempi di rateizzazione fino a dieci anni, l’esclusione del “sequestro” della prima casa, la limitata pignorabilità di pensioni, stipendi e beni strumentali d’impresa.