La Regione ha risposto alla crisi facendo ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità in deroga. Negli ultimi due anni la disponibilità dei fondi a livello nazionale

si è progressivamente assottigliata e sono aumentati i ritardi nelle erogazioni statali. Recentemente la situazione si è parzialmente sbloccata

La Liguria, dopo la fase di deindustrializzazione che aveva colpito Genova e la regione negli anni Settanta e Ottanta, ha conosciuto una graduale ripresa economica e occupazionale, che ha riavvicinato i tassi di occupazione a quelli del Nord Italia. Nel 2007 l’aumento percentuale del PIL ligure era stato il più alto del paese.

Il sopraggiungere della crisi economica internazionale nel 2008 e fino a oggi ha nuovamente aggravato la situazione economica e occupazionale. La Regione ha sviluppato tutte le iniziative istituzionali in difesa del patrimonio produttivo e ha contribuito alla tutela del reddito gestendo un massiccio ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità in deroga per quelle aziende che non potevano ricorrere, per tipologia o dimensione, alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Ciò ha consentito di conservare il posto di lavoro e il legame con le aziende in crisi a migliaia e migliaia di lavoratori delle piccole imprese (sotto i 15 addetti) e delle attività – soprattutto commerciali e terziarie – non coperte dagli altri ammortizzatori tradizionali.

Questi interventi – con i fondi erogati dal Governo – sono iniziati nel 2008 e sono giunti sino a oggi. Negli ultimi due anni la disponibilità dei fondi si è progressivamente assottigliata e sono aumentati i ritardi nelle erogazioni nazionali, per cui i pagamenti alle aziende e ai lavoratori sono rimasti indietro di molti mesi, con grave disagio dei destinatari degli ammortizzatori in deroga. Solo recentemente la situazione si è parzialmente sbloccata: infatti con i fondi assegnati nel 2014 dai prossimi giorni potranno essere saldate tutte le mensilità del 2013. Nuove risorse – come ha riconosciuto il ministro del lavoro Poletti – si rendono naturalmente necessarie per liquidare i pagamenti nell’anno in corso.

Ecco in sintesi alcuni dati, riportati in dettaglio nella tabella allegata, relativi agli stanziamenti complessivi per la cassa e per la mobilità in deroga.

Nel 2008, anno di avvio, è stato stanziato poco più di un milione e 200 mila euro (per 81 lavoratori, di cui 12 in mobilità). Nel 2009 si sono superati i 34 milioni (5.727 lavoratori, di cui 271 in mobilità). Nel 2010 quasi 69 milioni (7.878 lavoratori, di cui 556 in mobilità). Nel 2011 in finanziamenti sono saliti a 75 milioni (6.687 lavoratori, di cui 746 in mobilità). Nel 2012 poco meno di 100 milioni (11.753 lavoratori, di cui 1.687 in mobilità). Nel 2013 circa 87 milioni (12.932 lavoratori, di cui 1.513 in mobilità). Nel 2014 sono contabilizzati a oggi poco più di 25 milioni, a fronte di domande per 8.062 lavoratori, di cui 113 in mobilità.

Le difficoltà acute nel finanziamento e nell’erogazione delle risorse per gli ammortizzatori in deroga hanno determinato negli ultimi mesi un calo nel ricorso a questo strumento, e la ricerca di alternative che in numerosi casi sono state trovate negli accordi per la gestione di contratti di solidarietà. La Regione, che non gestisce direttamente l’erogazione dei fondi relativi (peraltro anche in questo caso insufficienti rispetto alle richieste), ha accompagnato alcune rilevanti vertenze: l’AMT a Genova, l’ACAM alla Spezia, il Teatro dell’Archivolto a Genova, la Liguria Diesel a Savona, la Pedrazzani a Cairo Montenotte.