Porti di Genova e Savona, nonostante mille malumori e un campanilismo che proprio non vuole scomparire, si tratta di una fusione inevitabile. I numeri parlano chiaro e per essere

competitivi rispetto ai mega porti di Rotterdam, Marsiglia o Barcellona, bisogna unire le forze. Per Merlo e Miozzo, i Presidenti delle Autorità Portuali di Genova e Savona, sembra un matrimonio impossibile, se non fosse che è anche inevitabile perché, in era di spending review, difficilmente le Autorità portuali scamperanno la mannaia del governo Renzi: se gli enti dovranno veramente ridursi da 26 a 14 (o 8 come impone il Ministro Lupi), difficilmente la Liguria conserverà tutti e tre i suoi presidi. Il ministro Lupi ha messo il piede sull’acceleratore: riforma entro metà maggio. E, per Savona, la cancellazione e l’incorporazione con Genova è inevitabile, mentre La Spezia, per la gioia del presidente Forcieri, sembra destinata a salvarsi. L’unione di due porti che, negli ultimi dieci anni, si sono sempre fatti la guerra e molti sgambetti, sarà un male o un bene? Ci sono ragioni perché tutto si risolva in un pasticcio oppure, al contrario, in un’opportunità. Nei fatti, al di là delle dichiarazioni pubbliche prudenti di molti imprenditori, in molti si stanno già muovendo verso una fusione considerata dai mercati inevitabile.