L’unione tra i porti genovesi e savonesi porterebbero a dei numeri impressionanti, che proietterebbero la nostra regione davanti persino agli scali di Rotterdam, Barcellona, Amburgo, Marsiglia
e Londra. Ecco i primi numeri stilati dagli analisti del settore del commercio: oltre sessanta milioni di tonnellate di merce movimentata, ventitré milioni di prodotti liquidi, più di due milioni di container e due milioni di croceristi. Ma sono le prospettive del piano a delineare il profilo del mega porto separato, però, da cinque località attaccate al mare e alle loro spiagge, che di fatto poggia su quattro distinti poli: Genova e Voltri, da una parte, Savona e Vado Ligure, dall’altra. Con i riempimenti di specchi acquei in corso e il progetto di una grande diga foranea in mezzo al mare, infatti, Genova nei prossimi anni offrirà al mercato spazi per quattro milioni di container, mentre a Vado è in corso di realizzazione la nuova piattaforma delle merci che potrà movimentare fino a un milione di cassoni colorati. Totale, cinque milioni.
Numeri che avvicinano appunto ai colossi del Nord Europa, i veri antagonisti nella sfida globale dei mari. La forza del progetto, ovviamente, poggia sulle infrastrutture, in particolare quelle ferroviarie, perché è impensabile governare questo flusso di merce sulle autostrade. Quindi, avanti con il terzo valico dei Giovi, per inoltrare i traffici dei due porti verso il Nord Europa, ma anche con una rete logistica capace di servire al meglio il cammino della merce. Stesso ragionamento sulle crociere. Insieme, Genova e Savona valgono oggi due milioni di passeggeri, secondi soltanto a Civitavecchia.