In tempi di crisi, si sa, l’unione fa la forza. Per Genova e Savona, viste le riforme Lupi e quella del Pd presentate nelle scorse settimane, il destino è segnato, la sinergia è l’unica speranza

per poter sopravvivere, nonostante il parere contrario del numero uno dello scalo ponentino. Distanti quaranta chilometri, unite dal business. Genova e Savona studiano come allearsi in quello che già si candida a essere il più grande porto italiano e l’unico in grado di confrontarsi con i colossi del Nord Europa. La legge di riforma allo studio del governo prevede un taglio netto al numero ridondante di autorità portuali (gli enti pubblici che governano gli scali). Così, per giocare d’anticipo, Genova mette a punto un piano che integra attività e merci oggi divise fra i due scali, spesso in concorrenza. Ma Savona pare puntare i piedi. I prossimi saranno giorni decisivi.