Pasqualino Monti, presidente di Assoporti, elabora la sua pepata risposta ai dati di Eurostat. Secondo il numero uno di Assoporti già nel 2013 la situazione degli scali italiani
è migliorata, come mostra l’aumento del 5,7% del traffico container, soprattutto nel transhipment. Non solo, ma lo scorso anno un porto italiano, Trieste, è entrato tra i primi dieci scali europei. Assoporti aggiunge che “Le carte geografiche prodotte da Eurostat non hanno un senso economico specie per un paese come l’Italia che complessivamente si colloca al terzo posto in Europa per traffico marittimo e che ha storicamente un’offerta portuale diversificata rispetto agli altri paesi europei”, dichiara il presidente Pasqualino Monti.
Monti spiega la frammentazione degli scali italiani con la struttura orografica e con la polverizzazione dei siti produttivi nella Penisola. “Quando si leggono i dati Eurostat queste considerazioni vanno tenute a mente. Delle statistiche va fatto comunque tesoro per ribadire che senza una regia di sistema è grottesco parlare di porti non competitivi. I porti oggi sono competitivi se alle spalle hanno reti viarie e ferroviarie efficienti. Se hanno infrastrutture adeguate ai trend dei nuovi traffici, se hanno fondali in grado di accogliere le navi giganti che ormai dominano l’interscambio mondiale, se sono in grado di investire tempestivamente, se non sono martoriati dagli adempimenti burocratici, se sono in grado di attirare investitori internazionali”.