Meno navi, più treni. Sarà per un semplice fattore legato al risparmio o alla logistica, ma nonostante la crisi economica, nel 2013 le imprese ferroviarie private italiane

hanno superato i 250 milioni di euro di fatturato, garantendo complessivamente 13,5 milioni di treni/km (+5% rispetto al 2012), pari al 30% dell’intera quota di mercato nazionale italiana. Gli occupati diretti sono circa 1500, un dato anche questo in crescita di circa il 5% rispetto all’esercizio precedente. Il tutto mentre il trasporto via mare è diminuiti, inglobato dai magnati cinesi che, con i loro maxi container stanno triturando il mercato nostrano, in perenne oscillazione e stagflazione.
A offrire una panoramica sui numeri del comparto è l’associazione di categoria FerCargo, che si è riunita in assemblea a Milano. Si punta da un lato al rilancio del cargo ferroviario e le modalità di contribuzione pubblica attraverso il servizio universale, dall’altro alla riorganizzazione del servizio di manovra ferroviaria negli scali e l’accesso all’infrastruttura ferroviaria. Su quest’ultimo tema l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha fatto sapere in settimana di aver avviato un procedimento per adottare nuove misure che possano garantire un accesso “equo e non discriminatorio” alle infrastrutture ferroviarie.