Dopo giorni caratterizzati da alta tensione tra i vertici di Banca Carige e la Fondazione Carige, è stato finalmente siglato l’accordo tra i due enti. Come immediato risultato
questo patto ha fatto volare Banca Carige a Piazza Affari. Il titolo, finito anche in asta di volatilità, ha chiuso con un rialzo del 12,33%, a 0,46 euro, di poco sotto il massimo di seduta (+14%). Il compromesso sulla tempistica dell’aumento, la cui esecuzione è stata rinviata a giugno su richiesta della Fondazione, ha dato il la agli acquisti, agevolati dal fatto che la banca quota poco sopra il minimo di 0,39 euro di inizio febbraio. L’intesa tra Banca e Fondazione, che ha avuto il sigillo di Bankitalia, non impedirà al Cda guidato da Piero Montani di esercitare la delega sull’aumento fino a 800 milioni il 24 marzo, quando il consiglio si riunirà per approvare il piano industriale e i conti 2013. Il “casus belli” era il tanto agognato aumento di capitale. In caso di mancato accordo, che non conveniva a nessuno, si sarebbe rischiato un caso analogo a quello successo alla Monte dei Paschi di Siena.