C’è chi lavora nei ristoranti e bar, chi negli alberghi o negli stabilimenti balneari. Insomma, il lavoro in nero cresce a dismisura anche nella nostra regione, nessuna provincia
esclusa. Dieci ore di lavoro al giorno per prendere 700 euro al mese, mille quando va bene, senza contributi, assicurazione, e se qualcuno si fa male, poco importa, lo mandano via, senza neppure la liquidazione. In questo mondo del lavoro al contrario, pressato dalla crisi, le regole sono queste: prendere o lasciare. I dati della Guardia di Finanza sul lavoro nero fanno venire i brividi. Su 27 aziende ispezionate dall’inizio dell’anno, ben 15, quindi più del 50%, avevano dipendenti irregolari, per un totale di 24 soggetti. Non c’è limite al peggio, e ormai non solo i soliti cantieri (sei i casi accertati) a far alzare la media di questo fenomeno. Tra i settori in crescita, c’è quello del commercio al dettaglio e ciò significa che anche il negozietto sottocasa ricorre a questo tipo di “assunzione”. Consolidata, a quando pare, nel bar e nella ristorazione, dove sono stati scoperti sette dipendenti che non avevano una straccio di contratto.