Una piccola boccata d’ossigeno per i tre porti liguri, una notizia che fa il giro del mondo, una semplice inversione di tendenza. I porti cinesi, specialmente i primi tre, dopo un boom
che durava da quasi un decennio con dati vorticosi, hanno accusato un calo. E non da poco. I dati che arrivano dall’estremo oriente parlano chiaro e ridimensionano il pericolo “giallo”.
Lo sviluppo economico della Cina, nell’ultimo periodo, ha contribuito alla crescita dei principali scali marittimi del paese che dal nel giro di poco più di dieci anni sono passati da 27,5 milioni di teu a 125,5 milioni di teu movimentati ogni dodici mesi. Ma secondo un recente studio della britannica Clarkons, i primi tre centri marittimi del colosso asiatico, Shanghai, Hong Kong e Shenzhen, stanno rallentando sempre di più la loro crescita a causa dell’ascesa di altri scali nazionali. Al momento infatti, in Cina, ci sono ben 23 porti che movimentano più di un milione di contenitori all’anno con Shangai che rimane comunque in testa alla classifica.
Hong Kong, ad esempio, ha visto cadere i propri volumi del 5,3 % nel 2012 a causa soprattutto della forte concorrenza dei porti vicini posizionati nel delta del fiume Pearl. Nel 2013, come mai era accaduto prima, il traffico contenitori complessivo dei primi tre porti cinesi, sarà inferiore a quello totale di tutti gli altri centri marittimi di Pechino, e la tendenza, secondo l’istituto inglese, è destinata a proseguire anche nei prossimi anni.