L’analisi di Assoporti sullo stato attuale del settore è stata spezzata dall’intervento, atteso da tutti i partecipanti, del Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, il grande fautore della riforma
dei porti (una colomba del Pdl, vicinissimo all’ex Governatore lombardo Formigoni, il “Celeste”. Lupi ha mitragliato i presenti su come Assoporti ha preso l’iter della riforma dei porti italiani, ora impantanata nelle selve del Senato della Repubblica. L’esponente di centrodestra, uno dei cinque ministri dell’attuale esecutivo di larghe intese, ha poi spiegato: “Apprezzo il lavoro parlamentare, ma il testo a Palazzo Madama non è ancora sufficiente. Quella legge è la nostra risposta al mercato? Abbiamo due strade: approvare una legge, o dimostrare che Assoporti non è inutile e in un tempo preciso con scadenze rigide”.
Lupi, a riprova del fatto che ci sta lavorando da tempo, ha indicato la linea massima per arrivare alla riforma: 30 giorni. Il percorso dunque, estrapolato razionalmente dal discorso accalorato del ministro, è chiaro. Non si passa attraverso la Legge di Stabilità, per concertare con il parlamento, gli operatori, le associazioni, i provvedimenti urgenti che dobbiamo mettere in campo. Il testo, giurano più fonti, è pronto e il ministro si fa scappare anche su quale natura giuridica da conferire alle “Autorità logistiche” stiano lavorando i suoi uffici, spiegando che potrebbero essere delle società per azioni (le care e vecchie spa).