Giornata febbrile quella di ieri. Si sprecano i contatti e gli incontri tra le alte sfere per risolvere la delicata questione di Ansaldo Sts, Ansaldo Energia e Ansaldo Breda

con la speranza che il pacchetto azionario, la maggioranza, resti in mani italiane.
Cassa depositi e prestiti, attraverso il Fondo strategico, ieri sera ha rotto gli indugi su Ansaldo Energia. Mentre in ambienti politici e sindacali si rincorrevano le voci sulla presentazione dell’offerta per l’acquisto di una quota nella società genovese, l’amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, di recente in visita a Genova (tre volte da qui a giugno scorso) e l’amministratore delegato della Cdp Giovanni Gorno Tempini, hanno varcato il portone di Palazzo Chigi per discutere proprio la soluzione “italiana” per l’azienda genovese. 
Il premier Letta, per l’ennesima volta, conferma l’intenzione di arrivare, a regime, a una struttura azionaria che veda in maggioranza il socio italiano (Cdp e, per una piccola quota, Finmeccanica) affiancato da un socio industriale che potrebbe essere il gruppo coreano di Doosan. Il rapporto sarebbe 55% e 45%. Gli asiatici, però, storcono il naso. O tutto o niente e questa situazione potrebbe creare una fase di stallo molto pericolosa per l’azienda e i lavoratori.