Provincia di Genova, il 26,6% (pari a 146.162) delle abitazioni non è occupato

Sono 556.622 le case nella provincia di Genova (compreso il capoluogo). Il 26,6% di tali case non è occupato (pari a 146.162 abitazioni). Moneglia è, sulla costa, la città con il numero più alto di abitazioni vuote: delle 4.681 case esistenti, infatti, solo il 28,9% (corrispondente a 1.351 case) è occupato; il restante 71,1% è vuoto. Per quanto riguarda l’entroterra, invece, i comuni con più edifici liberi sono Santo Stefano d’Aveto, Rezzoaglio, Rovegno, Montebruno, Fascia, Fontanigorda, Montebruno, Vobbia: solo il 20-25% degli alloggi è abitato. Sulla costa spiccano i dati di Santa Margherita Ligure, Zoagli e Portofino. Gli alloggi sammargheritesi censiti sono 10.421, quelli abitati costituiscono il 41,6% (4.340) del totale. A Zoagli ci sono 3.566 case e soltanto il 33,8% (1.207) è occupato. Il Borgo ha 623 abitazioni e solo 212 (34%) sono occupate. A fotografare la situazione immobiliare del territorio sono l’Istituto nazionale di statistica, Istat, e la fondazione indipendente Openpolis.

“Le alte percentuali di case non occupate nei comuni turistici della costa e in quelli più marginali e interni sono la conseguenza di motivi diversi – commenta Francesco Gastaldi, docente di urbanistica all’Università Iuav di Venezia, analizzando i dati relativi al 2021 -. Le cause possono essere ricercate tra il calo demografico; tra l’invecchiamento della popolazione, che determina una minore dinamicità delle richieste; tra la vetustà delle case, spesso meno appetibili sul mercato immobiliare perché dotate di poca vista, scarsamente soleggiate o collocate a piani bassi affacciati sulla strada. Ci sono poi abitazioni inadeguate sotto il profilo degli impianti, climatico e energetico, che richiederebbero importanti (e costosi) interventi di riqualificazione. Non va sottovalutata neppure l’esistenza di alloggi inadatti alle nuove esigenze delle famiglie, coppie e single, che cercano, tra le altre dotazioni, nuove tecnologie, rete internet, spazi per il lavoro”.

A Genova città, le case non occupate sono il 13%. “Nell’entroterra – riprende il professor Gastaldi – ci sono molte case vuote, soprattutto nelle aree più marginali. Quelle lontane dalle vie di comunicazioni principali e quelle che si trovano alle quote più elevate. Talvolta, inerzia, liti familiari, eredi sconosciuti o all’estero, aste giudiziarie e altri problemi giudiziari bloccano i beni anche per molti anni. Il trascorrere del tempo e la mancanza di manutenzione, alla lunga, rendono l’immobile poco concorrenziale sul mercato. A tutto questo si aggiunge la scarsa propensione all’investimento nei periodi di crisi”.

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