Una vera e propria ecatombe turistica per la nostra regione, anche perché coincisa con la primavera ed i suoi ponti festivi (Pasqua, 25 aprile, 1q° maggio, 2 giugno e poi anche San
Giovanni il prossimo 24 giugno). Riviera di ponente in ginocchio, Genova che piange, Cinque Terre nello spezzino in affanno, Tigullio in apnea.
A partire da fine febbraio sono state circa 2,75 milioni le presenze turistiche (1, 06 milioni gli arrivi), perse in Liguria per il lockdown causato dell’emergenza coronavirus.
È quanto stima Coldiretti Liguria in base ad un’analisi su dati Osservatorio Turistico Regionale, in riferimento all’importante invito del premier Giuseppe Conte a passare le vacanze in Italia per aiutare il Paese a ripartire nella Fase 2 dell’emergenza sanitaria. L’azzeramento della spesa turistica ha avuto un impatto economico devastante con una perdita, a livello nazionale stimata in quasi 20 miliardi di euro per l’alloggio, la ristorazione, il trasporto e lo shopping. A pagare un conto salato per l’azzeramento della spesa turistica è stato il settore alimentare, con il cibo che è diventato, anche in Liguria, il vero valore aggiunto delle vacanze, grazie ai prodotti d’eccellenza e alle specialità regionali che, ogni anno, attirano i turisti da ogni parte del mondo.