I mercati comunali genovesi, dove si respira ancora l’antico sapore del fare la spesa come la si faceva una volta, sono alle strenuo delle forze e rischiano di esalare l’ultimo respiro.
Non ci voleva il Coronavirus. Da anni soffrono la spietata concorrenza dei grandi magazzini, dei centri commerciali (Fiumara a Sampierdarena, Aquilone a Bolzaneto, Iper Coop a Staglieno, Iper Coop al Terminal Dinegro), quindi degli Outlet (Serravalle, Brugnato e Mondovì), in più mettici la spietata concorrenza dei commercianti stranieri, su tutti asiatici come i cinesi, pachistani, indiani o del Bangladesh. Insomma, le vendite sono ai minimi storici.
Ma andiamo nel dettaglio: i commercianti del mercato al chiuso principale, l’Orientale in via XX Settembre, lamentano un calo degli acquisti fino al 70%. Il mercato comunale di via Pre’ ha perso oltre la metà dei banchi, e dei presenti, la metà in mano ad arabi o cinesi. Va ancora peggio al mercato Tre Ponti a Sampierdarena che, prima della chiusura per il restauro, aveva solo 6 banchi sui 25 originali (ora posti in casette di plastica in largo Gozzano). Dramma nel mercato comunale di Dinegro, con appena il 30% dei bachi rimasti, ma anche il mercato al chiuso davanti alla stazione di Sampierdarena non se la passa meglio con una serrata quasi generale. Fa tristezza vedere come si è ridotto l’antico mini mercato comunale di San Teodoro, mentre va peggio al mercato del Carmine, che ha addirittura dovuto cambiare il suo dna scimmiettando i mercati tedeschi, ma con scarso risultato (un tempo il mercato aveva 20 banchi, tutti fiorenti).