Ci si prepara ad buna estate infernale in terra ligure, e non solo per il serio rischio di passarla barricata in casa ad alte temperature con le spiagge vuote ed i giovani
che scalpitano, ma per una economia che sta andando a bagno. Già ora i negozianti sono in apnea (quelli non alimentari, ma anche bar, pub, ristoranti, circoli vari, discoteche, luoghi di ritrovo, circoli sportivi, ufficetti ed assimili, stabilimenti balneari, alberghi che stanno per essere requisiti per mettere in quarantena le persone). E poi non si capisce bene il perchè non si possono comperare oggetti di cartoleria nei super mercati: abbiamo capito, si fa concorrenza alle cartolerie chiuse, ok, ma se uno studente ha bisogno di una penna o di un quaderno cosa fa?
Secondo un dettagliato studio del Cerved (azienda leader in questo settore, infatti), la riduzione di fatturato prevista in Liguria va dal 7% nell’ipotesi migliore (fine emergenza a maggio 2020), con una perdita di 4 miliardi, fino al 18% nello scenario pessimistico (fino a luglio – agosto 2020) con una perdita di 8,2 miliardi. Neanche un’eventuale ripresa nel 2021 sarebbe in grado di compensare la crisi (in due anni il calo sarebbe del 4,3%).
Insomma, la ripresa sembrerebbe lenta e faticosa, con l’italiano medio privato di buona parte del suo, già esile, potere d’acquisto rispetto ai partner europei.