Da attrazione turistica low cost per i vacanzieri italiani e stranieri, utile a godersi le bellezze del capoluogo ligure dal mare, a flop clamoroso. Anche per i migliaia di pendolari peglies
che la usano ogni giorno per recarsi in centro al lavoro, o all’università, ma anche per la scuola o per una visita dal dottore. Basta, infatti, un po’ di venticello, qualche nuvoletta grigia in cielo o la pioggia, per farla sospendere dal tratto ordinario, con i genovesi che schiumano rabbia ed i turisti che fanno spallucce, abituati ai “buchi” all’italiana (basta recarsi alla stazione dei treni, quasi tutti ritardi…). Ma occhio anche agli anni di servizio dei battelli, un po’ vecchiotti quelli del consorzio “Liguria via Mare” – il soggetto che gestisce il servizio per conto di Amt Genova.
Nel 2019 i comandanti della Navebus hanno deciso che per 28 giorni in più rispetto alla media degli anni precedenti non c’erano le condizioni di sicurezza minime per attuare il servizio tra Caricamento e Pegli. Praticamente per un mese intero i genovesi e i turisti non hanno avuto a disposizione un sistema di trasporto, ma proprio dal decreto Genova si sono ricavati i fondi aggiuntivi (220 mila euro all’anno) per far passare le corse da otto a quattordici al giorno, anche perché, dati alla mano forniti da via Dante, i passeggeri (per la metà circa turisti, in quanto nei tour operator cittadini è sempre consigliato il giro in battello) sono passati dai 105.556 del 2018 ai 112.631 del 2019, sintomo che il servizio è sfruttato, piace, è utile.