Notizia bomba! Arcelor Mittal restituisce l’Ilva allo Stato. La cordata indiana, invisa a gran parte dei lavoratori di Genova Cornigliano ed allo stesso Governo ed in particolare
a Luigi Di Maio, che ha rilevato Ilva e che fa capo al gruppo franco-indiano, ha notificato ai commissari straordinari dell’Ilva la volontà di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate acquisite. Lo si legge in un comunicato della multinazionale dell’acciaio.
Il mercato che non va, con perdite di quasi 2 milioni al giorno; l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) che potrebbe essere rivista; l’immunità penale su cui non è ancora stata fatta chiarezza. Sarebbero queste le motivazioni alla base della decisione di ArcelorMittal di lasciare l’Ilva di Taranto.
In conformità con il contenuto del contratto, si legge in una nota di Arcelor Mittal, la società ha chiesto ai Commissari straordinari di assumersi la responsabilità per le operazioni e i dipendenti entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione.
Il contratto, spiega infatti la nota, prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l’attuazione del piano industriale, la società abbia il diritto contrattuale di recedere dallo stesso contratto. Con effetto dal 3 novembre 2019, il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale.
In aggiunta, scrive ancora Arcelor Mittal, i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 pena lo spegnimento dell’altoforno numero 2. Tali prescrizioni dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. «Lo spegnimento – sottolinea Arcelor Mittal nel comunicato – renderebbe impossibile per la società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il contratto».