È stato un primo incontro, in cui si è analizzata la richiesta di ArcelorMittal, quello svoltosi venerdì presso la sede dell’Autorità portuale. Un vertice per verificare possibilità
alternative agli sporgenti portuali della fabbrica per lo scarico delle materie prime.
Con il IV Sporgente sotto sequestro, ArcelorMittal ha comunicato ai sindacati che verificherà la possibilità di approvvigionarsi delle materie prime e dei minerali che servono alla produzione anche da banchine esterne al centro siderurgico. Solo il IV (quello che è stato posto sotto chiave dalla magistratura) ha una profondità fondali di circa 25 metri, che consente l’attracco di navi di grandi dimensioni quali sono quelle che trasportano ciò che serve all’acciaieria per produrre. Due sporgenti servono per lo sbarco delle materie prime e dei minerali e due per l’imbarco dei semilavorati; ma il IV ha delle caratteristiche che lo rendono fondamentale. Di qui l’esigenza di individuare delle alternative allo sbarco. Bisogna verificare quali disponibilità ci siano, tenendo conto della particolarità dell’operazione, dell’agibilità degli spazi, delle gru e dei mezzi che devono essere usati.
Intanto, si è riunito oggi la “task force” congiunta tra ArcelorMittal e sindacati metalmeccanici per l’analisi dello stato di sicurezza e degli impianti del siderurgico di Taranto dopo l’incidente mortale avvenuto mercoledì della scorsa settimana al quarto sporgente portuale a causa di una tromba d’aria.