Gregorio Fogliani, il re dei buoni pasto, e le altre cinque persone arrestate per il fallimento della Qui!Group si sono avvalse della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari Claudio Siclari. Fogliani è in carcere come i suoi collaboratori Luigi Ferretti e Rodolfo Chiriaco. La moglie Luciana Calabria e le figlie Serena e Chiara si trovano ai domiciliari. Le accuse mosse dalla procura di Genova sono, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta e impropria, falso in bilancio, truffa ai danni dello Stato. Il crac ha causato 20 mila creditori, 500 i dipendenti che hanno perso il lavoro, di cui 300 a Genova, 180 i milioni stimati occultati secondo la Gdf, 80 i milioni tra beni mobili e immobili sequestrati.
“Fogliani – ha spiegato il difensore Giuseppe Iannacone – si è reso disponibile a essere interrogato a breve, appena avremo studiato le carte. Se errore nella gestione c’è stato, è stato fatto in buona fede e non per danneggiare i creditori sociali”.
Intanto ci sono altre cinque persone indagate nell’inchiesta delle fiamme gialle coordinate dall’aggiunto Francesco Pinto e Patrizia Petruzziello. Si tratta di persone che erano a conoscenza dello svuotamento delle casse della Qui!Group a favore di Azzurra (la società in buona salute definita “il pozzo” dagli indagati) e di altre spa della galassia Fogliani. Tra gli indagati anche soggetti che sapevano che i bilanci erano stati falsificati per ingannare investitori, creditori ed