Quella che pareva la compagnia low cost numero uno al modno, in ascesa dal 2008 ad oggi tanto da occupare per intero gli scali di Bergamo Orio al Serio e Pisa (a Genova

solo sfiorata), sta entrando in una crisi irreversibile, forse. Crolla, infatti, del 22% l’utile di Ryanair nel secondo trimestre, scendendo a 309,2 milioni. Due i fattori che hanno contribuito al drastico calo dei profitti: da un lato il rimbalzo dei prezzi del petrolio, che ha causato alla compagnia aerea un rincaro di 118 milioni di euro, che dovrebbero raggiungere i 430 milioni nell’anno. Contemporaneamente la società irlandese nata agli inizi degli anni Duemila (i suoi aerei a breve dovranno essere cambiati) ha sborsato più soldi per il suo personale, con aumenti salariali per i suoi piloti per alleviare le tensioni sociali scoppiate durante l’estate del 2017.

Ryanair registra comunque un aumento del 7% del numero di passeggeri: 37,6 milioni nel trimestre, nonostante i 2.500 annullamenti di voli relativi agli scioperi dei controllori del traffico aereo in diversi paesi, inclusa la Francia. 

ma ancora oggi, in molti in Liguria invocano lo sbarco della compagnia irlandese come unico panaceo per far volare il “Cristoforo Colombo”.