Il casus belli è l’auto produzione, ossia una concorrenza sleale che pare metta all’angolo la Culmv del consolo Benvenuto e la Pietro Chiesa che di recente si è fusa con i camalli con i suoi appena
32 operai, oggi hanno paralizzato Genova, caso strano, per l’ennesimo sciopero.
Circa 700 persone hanno marciato da lungomare Canepa verso il centro inizialmente in maniera molto pacata, tra fumogeni, slogan, ruspe minacciose quasi per intimorire chissà chi (questore, prefetto e sindaco?). La rabbia della protesta si è fatta più forte una volta a Caricamento, dove si è registrato un disguido sul percorso con le forze dell’ordine. Ancora adesso vi è del fumo davanti a un varco portuale, di Lungomare Canepa, blindato e serrato dagli stessi camalli, alabardati da striscioni minacciosi targati “working class”.