Francesco Gastaldi, docente universitario allo IUAV di Venezia, ma attento osservatore della realtà socio-economica genovese, è intervenuto su Il Secolo XIX edizione Levante
sulla questione del tunnel fra la Val Fontanabuona e la costa. Secondo Gastaldi: “Parlare dell’ipotesi di tunnel è la cosa più semplice (e scontata), ma la promozione di un territorio non può essere legata unicamente ad una questione infrastrutturale, la questione è molto più complessa di quanto vari esponenti politici vogliano farci credere”. Gastaldi ha proseguito affermando: “Premetto che in linea di massima non sono contrario al nuovo collegamento, ma sono contrario a sentire sempre questa storia che ciclicamente ci viene riproposta senza che ne scaturiscano azioni concrete e progettualità esecutive con una fattibilità tecnica ed economica, sono contrariato dal fatto che la classe politica continui ad illudere le persone dell’entroterra. Le reti infrastrutturali sono una pre-condizione assai importante per il miglioramento delle performance delle economie locali (migliore accessibilità, riduzione dei tempi e dei costi degli spostamenti casa-lavoro, diminuzione dei costi di approvvigionamento delle merci, facilità di commercializzazione dei prodotti), ma da sole non bastano a mettere in moto processi virtuosi di sviluppo”. Secondo lo studioso: “il discorso è assai complesso e le variabili in gioco nella promozione del territorio sono molte. Le infrastrutture da sole non bastano a generare, nuove chance di sviluppo; dalla realizzazione di un’infrastruttura non discende, in modo automatico, un benessere collettivo per la zona interessata, una volta dimostrata l’utilità di un’opera, questa deve essere supportata e integrata da una vasta serie di fattori di base (capitale finanziario, risorse umane specializzate, clima sociale), molti di questi fattori possono essere aiutati a crescere e a svilupparsi con un’efficace azione amministrativa da parte dei soggetti locali con forme di concertazione istituzionale”.