Quei cumuli di carbone, nero, stratificati all’ombra della Lanterna, visibili dalla Navebus, sono un po’ il simbolo del porto di Genova. Lasciati quasi per caso, all’incuria di vento
e agenti atmosferici, quei quintali di carbone saranno ben presto utili ai vicini d’oltralpe. La Francia, alle prese con una vasta operazione di maquillage delle proprie centrali di carbone (bloccate anche le centrali nucleari per manutenzione generale), ha chiesto il materiale ai vicini italiani e il primo porto utile sarà proprio quello di Genova. La centrale al carbone di Genova, chiusa la scorsa estate, è quindi pronta a rientrare in funzione ufficialmente. Qualche mese di ripresa dell’attività a Sampierdarena che fa rimpiangere i tanti lavoratori che un tempo erano impegnati in questa struttura. IL grosso delle operazioni sarà effettuato dai soci della compagnia “Pietro Chiesa”, gli eterni rivali dei camalli della Culmv, i famosi “crabunin”, alla genovese, ossia lavoratori di carbone.