L’assemblea pubblica di Confindustria Genova che si è svolta a Palazzo Ducale ha affrontato il tema scottante sul perché continuare, malgrado le note difficoltà che gli imprenditori
sono costretti a sfidare, a fare impresa a Genova. Vado o resto? Per fortuna, a questa domanda tutti i partecipanti all’assemblea hanno risposto con un confortante “resto”. Tra le tante testimonianze dei manager presenti, in rappresentanza di importanti aziende quali Rina, Costa Crociere, Abb, Esaote ed altre ancora, la più apprezzata è stata quella di Marco Bisagno. Il presidente dei Cantieri Mariotti ha affermato che resterà a Genova a tutti i costi, anche se ormai in Francia hanno molti più dipendenti.
L’assemblea pubblica era stata indetta per discutere dei temi che frenavano lo sviluppo economico di Genova, su impulso dell’instancabile, e in scadenza di mandato, presidente di Confindustria Genova Giuseppe Zampini. Confindustria, dopo aver stabilito un elenco sommario su dieci questioni ritenute prioritarie per il futuro del capoluogo ligure, ha cercato, attraverso dibattiti e convegni negli ultimissimi anni, di smuovere la situazione e di far scrollare di dosso il torpore ai soggetti attivi che potevano cambiare la situazione.
In particolare, nel corso dell’assemblea tenutasi a Palazzo Ducale si è data una grandissima importanza al Blue Print, che ridisegnerà in toto la fascia costiera tra la Foce ed il Porto Antico, agevolando le operazioni espositive e nautiche.
Pesante stoccata, invece, è arrivata al nuovo PUC del Comune di Genova, che ridisegna per alcune parti il capoluogo ligure, approvato ma ancora carente secondo la stessa Confindustria cittadina e ligure.
Nel corso della relazione, ampia parte è stata dedicata alla nuova cittadella scientifica degli Erzelli, sulle alture di Cornigliano, che si avvia al completamento dei due nuovi edifici, per un totale di quasi 2 mila nuovi occupati.
Importante, per Confindustria, la cessione delle aziende partecipate, da parte di Tursi, non appartenenti ai settori strategici, che sarà in grado di rilanciare il capoluogo ligure.
Apprezzamenti alla riduzione della fiscalità locale a carico delle imprese, atte ad agevolare anche l’assunzione dei giovani oppure alla stesura di contratti a tempo indeterminato.
La stessa Confindustria, infine, non si sbilancia sulla nuova governance dei porti, con la nascita dell’Autorità di Sistema del Mar ligure Occidentale che sostituisce le vecchie Authority di Genova e Savona, in attesa di osservare i primi risultati di tale faraonica riforma che ha cambiato l’abc della portualità italiana, avendo vinto mille resistenze di città, sindaci ed associazioni di categoria.
Nel quadro globale fornito da Confindustria sul capoluogo ligure, Genova è stata battezzata la “Città del Saper Fare”, con la sua importanza del patrimonio immobiliare, una città che ha però alti costi del personale, ma anche una base solida di competitività in rapida evoluzione. Ansaldo Energia a Cornigliano ed Esaote a Multedo sono gli esempi positivi di come la grande industria interagisce a Genova.
Sviluppo e crescita, ecco il leit motiv di Confindustria. Due capisaldi, non facili, per far ripartire questa sonnacchiosa e sonnolenta città.