Martedì scorso il consiglio regionale è stato messo a soqquadro da una corrida in cui il bersaglio degli scatenati toreri, con tanto di banderillas
(sindacati portuali, gruppi consiliari e perfino – inopinatamente – esponenti Cinquestelle), era la consigliera pentastellata Alice Salvatore, rea di aver proposto di spostare le riparazioni navali a cinque chilometri di distanza dai centri abitati. Detta così – considerando orografia e congestioni abitative vigenti – un’idea che suonerebbe campane a martello per l’intero comparto.
Eppure Liguriaeconomy – nel suo impegno costante di perseguire il sacrosanto pluralismo informativo – vorrebbe capire meglio i termini della travagliata questione. Per questo si è rivolta al professor Giovanni Spalla, già docente di urbanistica del nostro ateneo ed esponente storico del pensiero ambientalista, affinché ci aiuti a capire meglio la posizione della Salvatore. Considerando anche che da tempo l’illustre architetto dialoga fittamente con i ragazzi del M5S.
«Ci saranno stati certamente degli errori di comunicazione, ma il tema messo sul tappeto è davvero serio e importante: la necessità di trovare una sintesi positiva tra lavoro e qualità ambientale. Non c’è dubbio che attualmente le nostre officine operino senza l’adeguato rispetto delle problematiche anti-inquinamento, di tutela della salute. E i primi su cui incombe la minaccia sono gli stessi addetti. Per questo andrà messa sotto esame tale pericolosità intrinseca. Poi c’è il problema della localizzazione di queste attività. Ricordo che il tanto strombazzato Blueprint di Renzo Piano, ormai diventato una sorte di articolo di fede per l’establishment locale, colloca queste aziende nello spazio ottenuto tombando lo specchio marino del porticciolo Duca degli Abbruzzi. Ma ancora pochi anni fa il precedente schizzo di Piano decentrava le riparazioni a ponente. Cosa è intervenuto per fargli cambiare parere non è noto. Si potrebbe ipotizzare – maliziosamente – il previsto po’ di appartamenti aggrappati alle mura sottostanti corso Aurelio Saffi, con annesso posto barca nel surrettizio porticciolo turistico creato nel sottostante canale. Osservo ancora che in uno studio dell’allora Facoltà di Ingegneria, si era ipotizzato di collocare le riparazioni navali nell’area ottenuta avanzando il porto sul mare grazie a una nuova diga, Tutto questo per dire che – incomprensioni e/o strumentalizzazioni a parte – il tema posto da Alice ha una sua legittimità. E la città dovrebbe discuterne senza precipitare in insensate guerre di religione. Aggiungo che la prossima settimana accompagnerò io stesso la consigliera regionale a incontrare operatori del settore. Sono certo che, in quella occasione, ci si potrà capire dialogando costruttivamente».
Liguraeconomy è curiosa di vedere come andrà a finire il prossimo round: rissa continua o tarallucci e vino?