Nel 2004, la rivista Area, in collaborazione con la Facoltà genovese di Architettura, organizzò ai Magazzini del Cotone un meeting fuori del comune: “7×70 – The seven best architects over 70”.
Il meeting metteva in scena le archistar settantenni più famose al mondo (o giù di lì): Pete Eisenman, Herman Hertzberger, Arata Isozaki, Paolo Portoghesi, Alvaro Siva e Oswald Marthias Ungers. Oltre che – ovviamente – il grande maestro di urbanistica “repubblicana”, ispiratore della “renaixencia” di Barcellona, Oriol Bohigas. Quando venne il turno di quest’ultimo, il fiero catalano si rivolse a muso duro alla vasta platea vagamente stupefatta, dichiarando che a lui dell’architettura non poteva fregargliene di meno. “A me interessa parlare di politica!”, esclamò.
Qualcuno poteva ricordare questo lontano episodio il 10 ottobre scorso, quando il nostro Ordine degli Architetti ha presentato nel chiostro di San Matteo il suo nuovo calendario di appuntamenti con la città, grazie al quale coltivare il fertile rapporto tra governo dello spazio urbano e civismo.
In effetti – e nonostante le perplessità espresse dal chairmen dell’incontro Benedetto Besio sulla declinante centralità della sua professione nel discorso pubblico – il ruolo dell’architetto e dell’urbanista assumono una sempre più crescente rilevanza in tutti gli interventi di progettazione strategica quale uscita dall’afflizione post-industriale; le azioni che hanno rivitalizzato la cinquantina di città europee sulla scia del primo, pionieristico, intervento barcellonese di fine anni Ottanta: Lione, Stoccarda, Londra, Lisbona, Torino, ecc.
Per questo lascia un po’ perplessi che nell’ampio calendario proposto dai nostri architetti le nuove politiche volontaristiche di territorio, che congiungono specializzazioni competitive a destinazione democratica dello spazio pubblico, non trovino neppure un minimo di attenzione. Sarà per la prossima volta. Intanto salutiamo con interesse questo impegno pubblico dell’Ordine, che sottende la conquista di un positivo ruolo politico nella città di Genova, tanto bisognosa di riflettere su se stessa.