Molto strombazzata la notizia che, dopo secolare parlarne, tra qualche lustro entrerà in funzione il Terzo Valico. Una sorta di animale immaginario come “il sarchiapone”,

la mitica gag di Walter Chiari e Carlo Campanini sul viaggiatore che terrorizza i passeggeri di un vagone ferroviario presentandosi con una valigia di vimini che conterrebbe un’inesistente creatura; mistificazione messa in atto solo per avere l’intero scompartimento vuoto a propria disposizione.
Gag che, virata in ambito logistico (dove nessuno sa dove saremo tra qualche lustro) consente ai laudatori professionali dei trafori purchessia di intonare la marcia trionfale dei “cinque milioni di teus [per chi ancora non lo sapesse, unità di misura dei container] prossimi venturi” in transito nel porto di Genova. Un record!
Forse sarebbe bene che l’orchestrina ci spiegasse anche quali effetti positivi deriverebbero alla città da uno tsunami in arrivo di scatoloni metallici, il cui unico vantaggio per il territorio attraversato deriverebbe dall’aprirli per aggiungere valore ai contenuti mediante lavorazioni in loco. Operazioni non previste, visto che di cosiddetti distri-park non c’è neppure l’ombra nei progetti di ridisegno dl territorio.
A onore del vero, questo ulteriore strombazzamento del nulla risulta l’ennesimo effetto condizionato, la lunga deriva di passati trionfalismi; che servivano soltanto a evitare discussioni serie per progetti seri, promossi da gente seria.