Fa scalpore la proposta, tra l’altro pare presa seriamente in esame, di trovare una temporanea destinazione del Padiglione “C”, nel quartiere fieristico genovese, ospitando una pista di go-kart.
Anche per ricavare qualche euro da destinare alla manutenzione di spazi espositivi (proprio perché ormai senza esposizioni) su cui incombe il rischio costante del degrado. E i go-kart sono perfino meglio di niente; o magari della soluzione travet (del resto una tradizione ormai consolidata) di ridurre a mercatino rionale delle pulci i relitti dell’antica Fiera trionfante nei lontani anni 60&70. Allora leader della nautica e con un bouquet di manifestazioni che ne riempivano i calendari annuali, andando dai fiori al terziario turistico.
Qualcuno spiega che si tratterebbe di un’iniziativa tampone; in attesa di un’altra trovata genovese; in cui non si capisce se si tratta di uno scherzo o meno: il cosiddetto “concorso di idee”; ossia la gara internazionale che dovrebbe – udite, udite – sistemare il “canovaccio griffato Renzo Piano” per il ridisegno del waterfront, che comprende anche lo spazio tra piazzale Kennedy e il palazzo ex Nira. Insomma, il bando per interpretare l’interpretazione avanzata dall’archi-star con il Blue Print, che a sua volta verrà interpretata dalla commissione giudicante che successivamente verrà sottoposta al vaglio interpretativo del soggetto politico. Qualcosa come la costruzione amministrativa di un labirinto immaginario in cui smarrirsi. Magari solo il tentativo di prendere tempo con un “concorso di idee” che supplisca la mancanza di idee.
Intanto qualcuno ancora ricorda come andò a ramengo – al tempo dell’Affresco del solito Piano – l’incarico non certo gratuito, attribuito dall’allora presidente di Port Authority Giovanni Novi per comunicare lo “schizzo” di uno dei più formidabili comunicatori al mondo. Appunto, Renzo Piano.