Il 29 luglio scorso, su proposta dell’assessore Sonia Viale, la Giunta regionale ha proceduto alle nomine dei nuovi direttori delle ASL liguri. Questo è quanto si legge nei testi ufficiali,
accompagnati dalle dichiarazioni di rito dell’assessore – e subito ribadite dal governatore Giovanni Toti – che la costruzione dei nuovi organigrammi ha seguito esclusivamente criteri di merito e competenza, al servizio del rinnovamento; tenendo rigorosamente la politica fuori dalla porta da quella che è la prima impresa del territorio. Insomma, il “non ci sono state spartizioni” è ora lo slogan che accompagna l’operazione testé varata, sulla cui effettiva qualità saranno i liguri ad esprimere il giudizio definitivo.
Intanto Liguriaeconomy ha raccolto qualche parere all’interno del sistema sanitario regionale, ricevendo conferme ma anche alcune rettifiche.
Andando per ordine:
– ASL 1: il direttore Marco Damonte Prioli, di formazione informatica, risulta apprezzato e popolare. Una valutazione che si direbbe bipartisan, anche se è difficile immaginare che dalla designazione sia stato tenuto fuori l’assessore Scajola; considerando il ruolo dominante nell’imperiese che è appannaggio da decenni di esponenti della sua famiglia;
– ASL 2: il direttore Eugenio Porfido, già commissario dell’azienda dopo che il predecessore – Flavio Neirotti – era finito nel mirino della Procura per turbativa d’asta. L’origine bergamasca del nuovo responsabile della salute savonese spinge taluno a ipotizzarne la messa in quota nei “Locatelli boys” (i referenti del lumbard Walter Locatelli; zar della sanità ligure posto dalla Viale alla guida di A.LI.SA: la super agenzia di controllo della spesa sanitaria, da taluno paventata come il cavallo di Troia del modello lombardo. Ossia la clonazione delle pratiche in uso nella regione governata da Roberto Maroni; il quale è anche il referente politico nazionale di Sonia Viale);
– ASL 3: il direttore Luigi Carlo Bottaro, già responsabile sanitario, viene considerato una soluzione eminentemente interna, in linea di continuità con quella del commissario Luciano Grasso che lo ha preceduto. Dunque, un naturale referente dell’establishment politico regionale;
– ASL 4: la direttrice Bruna Rebagliati è la grande sorpresa in questa tornata di nomine da piazza De Ferrari. In attesa che siano gli atti a definirla, taluno la ipotizza “creatura del consigliere Matteo Rosso”;
– ASL 5: il direttore Andrea Conti, già direttore amministrativo dell’azienda di Spezia, viene segnalato vicino al Nuovo Centrodestra; anche se l’attivismo nell’area dell’assessore Giacomo Giampedrone, fedelissimo del presidente Toti, indurrebbe l’ipotesi di un qualche viatico politico alla nomina;
– Ospedale S. Martino: il direttore Giovanni Ucci è uno stimato oncologo, che ancora non ha avuto modo di misurarsi con problematiche gestionali e amministrative in realtà complesse, quali quella che ora è stato chiamato a dirigere. Anche in questo caso l’ufficio voci ascrive la nuova entrata al club appena costituito e già in rapida espansione dei “Locatelli boys”.