Il decreto legislativo sulla “Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84”, approvato

a luglio 2016 e nato dall’alveo del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, è una riforma della storica legge n. 84/1994, di cui da oltre dieci anni è stata chiesta una revisione.

Uno degli elementi più discussi della riforma è la riduzione del numero delle Autorità portuali: passeranno dalle attuali ventiquattro alle nuove quindici Autorità di sistema portuale, che comprenderanno anche porti che oggi non sono sede di autorità portuale. Il destino delle vecchie Autorità portuali non trasformate in Autorità di sistema è stato oggetto di un serrato dibattito tra le regioni e i territori di appartenenza che hanno ottenuto, in sede di Conferenza unificata, una moratoria di tre anni, anche se il passaggio è stato contestato dal Consiglio di Stato che vi ha visto un potenziale differimento dell’efficacia della riforma.

Per valutare la capacità di spesa delle nuove Autorità di sistema portuale, si è preso come riferimento le voci di entrata relative ai canoni di concessione e agli introiti da tasse portuali (determinano la parte più rilevante delle entrate correnti proprie), mentre per le spese si è utilizzato il dato delle “uscite di funzionamento” che comprende le spese per il personale, quelle per gli organi nonché per l’acquisto di beni e servizi.
La tabella 1 presenta i dati relativi alle singole autorità portuali per l’anno 2014 raccolti dal Ministero atto alla materia. Nella medesima tabella sono riportati anche i dati di traffico di fonte Istat, sempre per l’anno 2014.