Si infiamma in caso Ilva, da Taranto a Cornigliano (Genova, quartiere di ponente). Ecco un documento redatto nelle ultime ore, nei quali i tre commissari chiedono ben due miliardi di danni
alla famiglia Riva: “Nel corso del 2012, quando i nodi venivano al pettine, posto che, perdurando il mancato adempimento alle onerose prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale), la società avrebbe dovuto chiudere gli impianti produttivi dello stabilimento di Taranto. Ebbene, proprio in questo momento cruciale, mentre la famiglia Riva lasciava ogni residua carica in Ilva, Riva Fire e i suoi esponenti apicali hanno imposto ad Ilva, ancorché bisognosa di risorse finanziarie per dare attuazione agli investimenti ambientali, di rimborsare in via anticipata i propri debiti nei confronti di Sthal (socia e sorella di Ilva) per circa un miliardo di euro; inoltre, hanno programmato e poi attuato una scissione della stessa Riva Fire, segregando la parte “buona” del gruppo Riva Fire dalle vicende, sempre più problematiche, afferenti l’Ilva, per trasferirla in un gruppo di nuova costituzione controllato dalla società Riva Forni Elettrici. In altri termini nel momento in cui Ilva avrebbe avuto più bisogno di fare ricorso a tutte le risorse finanziarie disponibili a livello di gruppo, Riva Fire e gli esponenti della stessa società, invece di destinare ad Ilva tali risorse, decidevano di lasciare quest’ultima in una situazione di crisi”.