Risultato storico per i possessori di barche, il contrario di quello che volle l’ex Governatore sardo Soro, che fece scappare oltre 4000 imprenditori dall’isola per una assurda
gabella.
Ucina canta vittoria, infatti è stata abolita la tassa di possesso delle imbarcazioni. E’ una importante vittoria dell’Associazione dell’industria nautica, da un anno in crisi a causa di continue defezioni interne che hanno portato alla nascita di un’altra pericolosa associazione, che cancella un capitolo nero del Governo Monti, decisivo per la fuga di molte imbarcazioni all’estero e il crollo del mercato interno.
“Quanto successo oggi è l’ulteriore riprova del confronto costruttivo dell’Associazione con le forze politiche e il Governo – ha dichiarato Carla Demaria Presidente di UCINA – che arriva in un momento importante. Servirà a ridare fiducia al mercato. Ringrazio i Sottosegretari del Mef, Baretta e De Micheli, il presidente PD alla Camera, on. Rosato, e l’on. Arlotti, e l’on. Garofalo (AP) per aver combattuto questa battaglia”.
La Tassa di Possesso sulle imbarcazioni era stata reintrodotta dal Governo Monti e subito era apparsa molto punitiva per il settore, sia per gli elevati importi, sia perché, tra le altre cose, non teneva conto dell’età delle imbarcazioni e soprattutto per quelle di piccole dimensioni la sua incidenza era particolarmente elevata rispetto al valore reale di mercato. Dopo una lunga battaglia UCINA era riuscita a limitare i danni riuscendo ad ottenere la sua abolizione per le unità fino a 14 metri e l’applicazione di parametri più congruenti con il valore delle imbarcazioni, il dimezzamento per la vela e l’esenzione per le unità commerciali.
Per la seconda volta in quindici anni il Governo si rende conto che si tratta di un provvedimento inutile e demagogico e che il suo effetto è molto pesante per le reazioni indotte al mercato.
Anche la vecchia Tassa di Stazionamento, che sul piano finanziario aveva più o meno gli stessi effetti, era stata abolita nel 2003 (dall’Art.15 della Legge 8 luglio 2003, n. 172 di riforma della nautica Disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica da diporto e del turismo nautico) perché costava più il suo incasso e la sua gestione del gettito ottenuto.
Era stato il decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201 “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”, conosciuto anche come “Decreto Salva Italia” del Governo Monti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 284 del 06.12.2011 – Supplemento Ordinario n. 251, all’Art. 16, Disposizioni per la tassazione di auto di lusso, imbarcazioni ed aerei, a reintrodurre la tassa sullo stazionamento delle unità da diporto, dovuta da tutte quelle di lunghezza superiore superiori a 10 metri a partire dal 1° Maggio 2012. Con il decreto-legge del 21 giugno 2013, (convertito dalla legge 9 agosto 2013, n. 98) articolo 23, comma 2, gli importi della tassa erano rimodulati con esclusione dal pagamento per le unità dai 10,01 ai 14 metri di lunghezza e la riduzione al 50 per cento degli importi vigenti per quelle dai 14,01 ai 20 metri.