Chiamatelo già “traghettatore”, espressione che indica la figura di Caronte, il personaggio dantesco che trasportava una barca da una riva all’altra di un girone infernale
della “Divina Commedia”. E’ il nome che si è autodato Luigi Merlo, il presidente dell’Autorità Portuale di Genova. In principio l’esponente del Pd aveva scritto una lettera di dimissioni, irrevocabili, che sarebbero partite il prossimo 30 giugno. Ma la vittoria di Giovanni Toti in Liguria ha fatto cambiare tutto. Lo stesso Toti, al pari del Ministro Graziano Delrio e del presidente di Assagenti, Gian Enzo Duci, avevano chiesto a Merlo di restare a Palazzo San Giorgio, almeno fino al 31 dicembre (il suo secondo mandato scade il prossimo 28 febbraio). Ebbene, Merlo ieri ha detto: “Resto a traghettare il porto di Genova per senso delle istituzioni e responsabilità. Almeno, con il mio gesto, evito un commissariamento dello scalo e porto a termine alcuni importanti progetti”. Voto al gesto di Merlo? 8 pieno!