L’archistar e senatore a vita Renzo Piano, genovese doc (abita sempre più spesso a Vesima, nella sua villa affacciata sul mare, un posto insolito per i miliardari come lui, attaccata alla proletaria
Voltri), per l’ennesima volta ha tolto i veli sul nuovo waterfront per il capoluogo ligure. Un piano davvero faraonico, non ci sono altre parole per descriverlo. E il suo progetto ha un nome esotico, anglofono: Blue Print, stampa blu tradotto in italiano, insomma un piano che combacia solo in pochi punti con i famosi water front che aveva presentato prima a fianco di Giovanni Novi, l’allora presidente dell’Autorità Portuale di Genova, e poi con Luigi Merlo. Si tratta di un progetto minuzioso che dai costi alle infrastrutture cambia contorni e contenuti di quell’area portuale che dalla Calata Gadda arriva fino a Punta Vagno, l’inizio di corso Italia, dai giardini Govi, da anni trascurati da Comune e Municipio (si era mosso qualcosa l’anno scorso con l’inaugurazione della nuova pista di skate board). Di fatto è una prosecuzione naturale, verso levante, di quel Porto Antico che nel ‘92 aiutò Genova a svoltare e a ritrovare la sua vocazione turistica. Muterà la Fiera, che sarà vista come una sorta di Darsena nautica e poi sorgerà un maxi spiaggione dei genovesi alla foce del torrente Bisagno.