Ogni tanto tocca anche a loro incrociare le braccia, pardon, le pompe di benzina! I gestori liguri dei centri Eni contestano il continuo e pretestuoso mutamento di obiettivi

e strategie dell’azienda, volto a dilazionare il rinnovo dell’accordo scaduto ormai da quasi tre anni. Gli impianti con il marchio del cane a sei zampe presenti in Liguria, compresi notturni e self service, rimarranno chiusi dalle 19 di lunedì 8 alle 7 di mercoledì 10 settembre.
Faib Confesercenti e Figisc Confcommercio confermano la mobilitazione contro Eni annunciata prima della pausa estiva, annunciando la serrata di tutti gli impianti con il marchio del cane a sei zampe presenti in Liguria, dalle 19 di lunedì 8 alle 7 di mercoledì 10 settembre, compresi notturni e self service. «Ormai è evidente che Eni non ha alcuna voglia di rinnovare l’accordo, e che cerca di scaricare sui gestori i problemi della rete – commenta Aldo Datteri, presidente di Faib Confesercenti Liguria -. Per questo è ormai necessaria una forte mobilitazione sul territorio, a fronte di una situazione che diventa ogni giorno più insostenibile». 
«In tutti questi anni – prosegue il presidente dei benzinai liguri – Eni ha sostenuto strategie contraddittorie, frutto di un’evidente incapacità di programmazione, finendo così con il bruciare il primato nazionale e l’immagine dell’azienda. Lo sciopero contesta, in particolare, il modello ghost, che si presenta come la negazione del modello Eni Station ed il tentativo di espellere i gestori dalla rete a favore di “Gestioni innovative” (la società di impianti ghost costituita dagli stessi agenti Eni) e denuncia la politica portata avanti dall’azienda sui cluster e sulla discriminazione dei prezzi che scarica i costi sui gestori, depredando il margine dei gestori riconosciuto nel contratto nazionale». 
L’azione di protesta è stata indetta per contrastare il comportamento della società assunto nei reiterati incontri volti a rinegoziare l’accordo aziendale, come  previsto dal quadro legislativo vigente, per la definizione degli aspetti economici e normativi. I gestori con l’azione intrapresa intendono denunciare, da una parte, il continuo e pretestuoso mutamento di obiettivi e strategie messo in opera da Eni, al solo fine di attuare una strategia dilatoria ed inconcludente per vanificare gli sforzi negoziali e, dall’altra, il tentativo di perpetuare l’attuale quadro di difficoltà dei gestori che, ormai, operano con un accordo scaduto da quasi tre anni, con grave ed irreversibile pregiudizio per la categoria, fiaccata ed impoverita  dalle improduttive politiche commerciali della compagnia.  
«L’irragionevole rifiuto di Eni di comprendere le condizioni economiche e normative dei propri gestori, accedendo ad intese che pure le nostre Federazioni avevano proposto, sulla scorta di un profondo senso di responsabilità e nell’ottica di un onorevole e dignitoso “Accordo di Solidarietà” tra azienda e gestori, è alla base della non più procrastinabile e legittima protesta», aggiunge Matteo Rezzoagli, direttore di Faib Liguria.

I gestori Eni della Liguria richiamano l’attenzione del Ministero, perché riconvochi nuovamente la compagnia e la obblighi a concludere, e della stessa azienda, segnalando lo stato di insostenibile sofferenza economica delle gestioni. Al centro della protesta, oltre al mancato rinnovo dell’accordo, le attuali condizioni economiche, la riaffermazione del ruolo del gestore e la redditività delle gestioni, l’intangibilità del margine, la necessità di garantire condizioni eque e non discriminatorie, la contestazione  di cluster incredibili nelle stesse aree, la cattiva assistenza e l’assenza di manutenzione sulla rete, i ritardi nei pagamenti dovuti al gestore, la gestione delle carte e dei punti fedeltà, la questione giacenza e cali.