Riforma dei porti italiani, punto e a capo. O meglio riavvolgere il nastro e ripartire dalla bozza Lupi. lo chiede la Confcommercio a gran voce. Il vice presidente di Confcommercio

nonché presidente della Fai, Paolo Uggè esprime la delusione della confederazione per l’eliminazione delle norme sulla riforma delle Autorità Portuali dal Decreto Sblocca Italia, attualmente 24, troppi secondo l’associazione di categoria, un costo insopportabile per le asfittiche casse dello stato italiano. “Ambire a sbloccare l’Italia senza intervenire sui porti e sulla logistica, ovvero sulla rete portante dei flussi di merce che attraversa il paese è una vera contraddizione in termini”, annuncia a chiare lettere Uggè, che prosegue: “Così non si sblocca il paese, che non ha mille giorni di tempo a disposizione. Così si prosegue solo con la politica degli annunci”. La confederazione ritiene “incomprensibile e irragionevole” la decisione di sfilare la riforma dei porti dal decreto, ” che sembra opera di una regia occulta”.