E’ un Luigi Merlo sempre più protagonista quello che sembra quasi dettare l’agenda delle scelte dei porti liguri. Talmente potente da orientare le scelte del porto – canale
di Ravenna, che ha seguito proprio il porto del capoluogo ligure nell’abbondare clamorosamente Assoporti, presieduto da Pasqualino Monti, il numero uno dello scalo laziale di Civitavecchia.
Burlando e Merlo marciano sulla stessa lunghezza d’onda e ipotizzano una loro idea sui porti italiani. La proposta di cambiamento fatta dal ministro Maurizio Lupi, infatti, non sarebbe piaciuta al premier Renzi che, nonostante la protesta delle Autorità Portuali da abolire, avrebbe preferito un progetto di cambiamento più drastico per risparmiare sui costi. “Sto elaborando un pacchetto di norme “Sblocca Porti” per incentivare la crescita – spiega il numero uno di Palazzo San Giorgio – dove ci sono disposizioni che entro il mese di settembre trasmetterò a governo e Parlamento, con la speranza che vengano fatti degli emendamenti ad hoc. Non si parlerà del numero delle Authority, solamente di questioni pratiche e legate al lavoro in banchina”. Ma il punto finale invece potrebbe essere proprio questo: intraprendere in maniera concreta un cammino a parte per la Liguria, portando avanti fin da ora, cominciando proprio dalle questioni pratiche ed operative, l’idea di una società per azioni 90% Stato-10% Regione, già proposta dal governatore Burlando.