Un scacco matto che in pochi avrebbero ipotizzato. Il porto di Savona, a sorpresa, esce vincitore dalla lunga trattativa in merito all’accorpamento con il porto genovese

voluto sia dal riordino delle Autorità del Ministro Maurizio Lupi, sia dalla proposta del Pd (della presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani), che infine da Assoporti. E dalle parti del Priamar, sindaco Federico Berruti in testa, sono in pochi a non essere raggianti in questo ultimo sabato del mese di agosto. “Quello che conta è che al momento Savona non è un porto di serie B”. Traspare una grande soddisfazione nelle parole di Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali, nel commentare la notizia della cancellazione dal decreto “Sblocca Italia” della riforma dei porti che avrebbe portato all’accorpamento dello scalo savonese con Genova.
Sulla questione interviene Berruti stesso, in piena campagna elettorale in vista delle primarie del centrosinistra del prossimo 23 o 30 novembre. “Si tratta di un rinvio utile perché bisogna che si tratti di una riforma e non di un’annessione. Una riforma è utile: tanti anni dopo la legge 84 è giusto ripensare a come si governano i porti e anche a come si possono mettere insieme strategie, piani regolatori, politiche di marketing. E’ ovvio che nel mondo la competizione deve essere tra Voltri e Vado Ligure, ma tra Voltri-Vado e Rotterdam o Amburgo; l’annessione però sarebbe stata un grave errore, che tra l’altro avrebbe demotivato sia l’autorità portuale sia gli operatori che hanno avuto in questi anni interlocutori affidabili. Credo che in questi anni ci siano stati investimenti, i traffici siano cresciuti, e penso che si sia giunti ad aprire un cantiere così importante, quello della piattaforma di Vado, come non ce ne sono altri in Italia, proprio per la credibilità del sistema dell’Autorità Portuale”.