Già tante aziende ed industrie del Made in Italy negli ultimi anni sono finiti in mano straniera: vuoi di gruppi russi, cinesi o indiani, o ancora a stelle e strisce. La speranza per l’acciaio
italiano viene, appunto, dall’estero, sono in tanti a pensarlo nel settore. Mentre lo stesso settore fatica a riprendersi schiacciato ancora dai contraccolpi della crisi, cresce l’interesse dalle imprese straniere per le storiche acciaierie italiane, con l’indiana Jsw che ha messo gli occhi sulla Lucchini di Piombino e il colosso mondiale ArcelorMittal che stringe sull’Ilva di Taranto.
Invece alle Acciaierie di Terni, tornate da otto mesi nelle mani di ThyssenKrupp, si guarda con attesa al 4 settembre, quando governo e azienda hanno in programma di rivedersi dopo la sospensione del piano industriale che prevede la mobilità per oltre 500 dipendenti.
Assieme ad alcuni soci e partner italiani, la crisi dell’Ilva potrebbe invece trovare un ‘salvatore’ in ArcelorMittal. Il commissario straordinario Piero Gnudi avrebbe ricevuto in questi giorni la lettera d’intenti con cui il vertice del colosso siderurgico formalizza l’interesse per il gruppo di Taranto: un tassello che consentirebbe di entrare nella fase decisiva delle trattative.